Un’oncia di esperienza è meglio che una tonnellata di teoria, semplicemente perché è soltanto nell’esperienza che una teoria può avere un significato vitale e verificabile. (John Dewey)
La coniugazione tra esperienza e teoria, tra apprendimento e pratica trova la sua maggiore realizzazione nel learning by doing, definizione con cui si individua una nuova metodologia di apprendimento che mette al centro del processo il fare. Tale approccio ha origini abbastanza antiche: nel 900 John Dewey e Edgar Dale hanno elaborato teorie filosofico pedagogiche secondo cui l’apprendimento efficace avviene contestualmente all’esperienza: secondo Dewey apprendere è un’esperienza sociale, cioè una persona impara agendo nella realtà che la circonda, mentre secondo Dale l’esperienza stessa influenza la capacità di memoria permettendo di imparare più facilmente. Mi permetto di collegare a questo binomio il concetto di apprendimento emotivo. Aaron Beck definiva questo processo ristrutturazione cognitiva: la conoscenza e i nuovi comportamenti appresi, quando rilevanti per la persona, non si aggiungono semplicemente al resto delle informazioni presenti in memoria come avviene con i file in un computer, ma trasformano completamente il campo cognitivo e percettivo della persona: i nuovi punti di vista vengono incorporati nel mondo interiore e nelle relazioni con la realtà esterna.
Da questa teoria nacque il Cono dell’apprendimento in base al quale, attraverso la sola lettura, è possibile immagazzinare il 10% della conoscenza, mentre mediante l’ascolto il 20%. Mettendo in pratica l’apprendimento e coinvolgendo tutte le sfere sensoriali è quindi possibile aumentare sensibilmente il campo dell’apprendimento.
Entrano in gioco tutti gli aspetti della vita umana, da quelli più logici e consci a quelli più irrazionali/emotivi ed inconsci: da un lato, ogni individuo è predisposto all’apprendimento in maniera attiva, dall’altro tutto ciò che si agisce comporta una riflessione ed una interiorizzazione apportando un cambiamento dato proprio dall’acquisizione di conoscenze.
Vi sono quattro passaggi fondamentali che contraddistinguono questa metodologia da quella tradizionale:
Attraverso l’esperienza diretta del fare, l’individuo partecipa attivamente e non può estraniarsi dal contesto dell’apprendimento, inoltre ciò che viene appreso trova un riscontro immediato nella realtà e quindi grazie al processo induttivo (il famoso e antico Aristotele in questo è tuttora molto attuale e moderno) trae anche motivazione intrinseca e forte per continuare in quella direzione: diventa fondamentale sperimentare attuando nella vita reale quotidiana ciò che si è appreso a scuola ad esempio. Sulla base di questo principio le esperienze più strutturate dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, di stage nei percorsi formativi o di PTCO, rappresentano a nostro parere l’attuazione di questa metodologia in un contesto istituzionale scolastico che non si ferma solo all’obbligo formativo con livelli inferiori di istruzione.
Un’altra applicazione di questa metodologia si trova nella didattica laboratoriale, in cui le attività che possono anche essere di tipo ludico rappresentano un’esperienza attraverso cui ragazzi acquisiscono con maggiore facilità nozioni e competenze. Questi giochi possono essere effettuati con l’ausilio di dispositivi digitali, non solo individualmente ma anche in classe, col gruppo dei compagni: tra le strategie più efficaci che è possibile mettere in pratica in classe bisogna ricordare sicuramente il social learning (o peer learning). Tale metodo è molto efficace soprattutto perché responsabilizza gli studenti e permette loro di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. Oltre a ciò, l’apprendimento tra pari è un ottimo modo per aumentare la socialità e le interazioni tra i compagni di classe. Proprio per tale ragione anche il cooperative learning – imparare attraverso la cooperazione e la collaborazione tra i compagni di classe – è un valido metodo didattico per l’apprendimento a scuola sia teorico sia pratico.
L’elemento che contraddistingue il risultato dell’apprendimento, attraverso l’utilizzo di metodologie come quelle accennate, è che ciascuno potrà elaborare, anche attraverso la visione dell’altro, il proprio “sapere” permettendoci di vedere e guardare il mondo come un orizzonte in divenire.
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