Con l’inizio della scuola, per molte famiglie si apre una nuova porta attraverso cui si accompagna e si guida il proprio/a figlio/a ad affrontare un nuovo percorso formativo. Sembrano paroloni ma in realtà per nuovo percorso formativo si intende anche “solo” l’inizio del percorso della scuola dell’infanzia.
Ogni grado di istruzione accoglie ragazzi di età differenti, con aspettative e timori diversi, in linea con l’età e la fase di sviluppo dell’individuo, ma tutti sono accomunati da una sensazione di ansia normalmente portata dalla “novità” che il cucciolo d’uomo affronta: sembra assurdo paragonare l’ansia di un bambino di 3 anni che inizia la scuola dell’infanzia con l’ansia di un ragazzo 14enne che si avvia al suo primo anno di scuola secondaria di secondo grado, ma in realtà le problematiche che vengono percepite dai bambini e dai ragazzi sono da affrontare per consentire un avvio del nuovo percorso con serenità e un adeguato sostegno. Chiaramente anche l’approccio e l’appoggio della famiglia è differente, esattamente come il coinvolgimento materiale, ma la sensazione di essere sperduti in un nuovo mondo è comune ad entrambi i contesti.
UN NUOVO MONDO: ebbene l’individuo che affronta per la prima volta nella sua vita l’inserimento in un gruppo di pari, in realtà, nella maggior parte dei casi, si trova ad affrontare un’esperienza di distacco dal contesto familiare e spesso per la prima volta il distacco dalla mamma. Questo passaggio rappresenta un po’ un rito di iniziazione, in cui il bambino fa il suo debutto in società: solo se l’individuo non avrà difficoltà di relazione con gli altri, se non sarà troppo disperato nel distacco dal genitore, se sarà in grado di gestirsi nel gioco riconoscendo anche “l’altro” (superando quella che tecnicamente viene chiamata la fase dell’egocentrismo), allora i genitori in generale si riempiranno di soddisfazione per il lavoro educativo svolto all’interno dell’ambito familiare. Questa operazione, che in passato era quasi scontata e filava liscia, in moltissimi casi oggi non è così scontata: i bambini, pur avendo già fatto esperienze di relazione sociale in altri contesti, quando si ritrovano tra le mura della scuola vivono spesso emozioni di stress vere e proprie. Emerge l’egocentrismo e manca la disponibilità verso il prossimo, con la caduta spesso in uno stato di frustrazione al quale l’insegnante (che in quel momento rappresenta l’adulto di riferimento) deve affrontare, contenere e spesso gestire.
Non volendo dilungarsi troppo sull’inserimento dell’individuo all’infanzia, che è un passaggio molto delicato e complesso, si vuole evidenziare come vi siano delle similitudini anche quando un individuo inizia la scuola secondaria di secondo grado. Molto spesso questo passaggio rappresenta l’occasione di incontro con persone maggiormente sconosciute, soprattutto perché l’indirizzo di studi prescelto spesso non corrisponde ad un’identità territoriale, per cui alunni provenienti da paesi o quartieri limitrofi si incontrano in un contesto che incornicia un interesse formativo e in cui si condividono degli obiettivi professionali. Pertanto, la motivazione ad affrontare la “novità” sostiene l’individuo nel superamento dei timori e nelle difficoltà dei primi approcci. Se si tratta di soggetti ben strutturati con famiglie solide alle spalle allora il passaggio avviene condividendo tra gli attori le emozioni, e lo stress può trasformarsi in un’energia positiva che aiuta il nuovo gruppo ad affrontare il tempo dell’anno scolastico.
È chiaro che con questi spunti non si vuole essere esaustivi nel trattare argomenti così complessi, ma possono essere occasione di riflessione e “programmazione” di come affrontare una nuova situazione affinché i genitori possano accompagnare – anche con il proprio coinvolgimento e partecipazione – i propri figli durante il percorso formativo.
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