Da un punto di vista sociologico, il modello familiare si è completamente trasformato: in passato quando l’economia della famiglia era basata sull’agricoltura e sull’allevamento o sull’artigianato, le varie generazioni convivevano nello stesso ambiente, perché le braccia rappresentavano una forza lavoro già fin dalla più tenera età. Anche i bambini contribuivano, con il loro tempo ludico, alla “produzione dell’azienda familiare”. Il tempo ludico aveva, infatti, molteplici funzioni formative ed educative: consentiva l’osservazione dei modi e dei tempi di lavoro degli adulti della famiglia, la rappresentazione del lavoro costituiva un elemento valoriale su cui veniva costruito il proprio ruolo e la propria funzione sociale, sviluppava, attraverso il gioco e l’imitazione degli adulti, quelle che oggi definiamo competenze trasversali, ma anche più specificatamente professionali, grazie anche alle numerose occasioni per confrontarsi e per scambiarsi idee.
Questo stile di vita familiare, che potremmo definire un vero e proprio modello nella storia dell’istituzione familiare, presentava certamente dei limiti ma anche dei vantaggi: da un lato i giovani riconoscevano alla generazione precedente un ruolo di autorevolezza indiscussa non solo in ambito lavorativo ma, più in generale, nella vita. Ciò portava ad un atteggiamento di rispetto generazionale che sovrastava qualsiasi idea o posizione, la non condivisione o il mancato rispetto di questa regola scontata portava il soggetto ad essere considerato un ribelle, o la pecora nera della famiglia, e in ogni caso era considerato al di fuori delle regole sociali riconosciute.
Oggi la fotografia della famiglia del XXI secolo ritrae un quadro che non ha più nulla a che vedere con il passato. Gli adulti lavorano quasi sempre fuori casa, il nucleo familiare è ridotto ad un numero molto più ristretto di persone conviventi, è quasi sempre esclusa, all’interno della casa, la presenza di individui di generazioni diverse: i nonni – pensionati al di fuori del ciclo lavorativo – si occupano dei nipoti per qualche ora dopo la scuola, che ha sostituito, per la maggior parte del tempo, “la famiglia”. Il ritmo di lavoro dei nostri giorni porta gli adulti ad un elevato livello di stress, per cui, quando si rincasa, non si hanno più la pazienza e la voglia sufficienti per ascoltare e condividere. Molto spesso televisione, smartphone o tablet riempiono lo spazio temporale che dovrebbe servire per rielaborare le esperienze della giornata, per stabilire una comunicazione con gli altri membri della famiglia, per condividere e affrontare insieme gli aspetti più complessi della nostra esperienza quotidiana. Ciascuno di noi, nell’ambito del proprio lavoro e delle attività di cui ci facciamo carico nella giornata, vive un certo livello di stress e anche ai bambini l’esperienza scolastica – con compagni e insegnanti con i quali non sempre si va d’accordo, con la richiesta di elevare le proprie “prestazioni” di ascolto, comprensione, esecuzione, senza avere un tempo di metabolizzazione dell’esperienza – crea stress, senza dimenticare le varie attività ricreative/sportive con cui si concludono le giornate, in orari talmente diversi per cui a volte non ci si ritrova nemmeno attorno al tavolo per la cena.
È evidente che le modalità di comunicazione hanno subito un’importante trasformazione: sono cambiati i tempi, i ruoli, l’atteggiamento fra le varie generazioni e le modalità stesse di relazione fra di loro. Diventa fondamentale trovare all’interno del nucleo familiare, tanto per iniziare, un momento/tempo/ occasione per condividere le esperienze vissute giornalmente, per poterle elaborare sia da un punto di vista formativo, sia da un punto di vista emotivo: spesso, è proprio la mancanza della condivisione della frustrazione o delle soddisfazioni o dei dubbi sulle scelte da affrontare, che scatenano stati d’animo o emozioni forti che possono portare a comportamenti “incomprensibili” di chiusura o di rifiuto.
Il benessere in cui siamo cresciuti e continuiamo a crescere i nostri figli, malgrado gli eventi politici, economici e ultimamente anche sanitari, ha messo la società odierna in una condizione in cui il danaro o le opportunità diventano prioritarie rispetto al tempo che si dedica all’ascolto, di se stessi e, in secondo luogo, delle persone con cui si vive senza saper dare una priorità. Se analizziamo le situazioni estreme che appaiono sulle cronache, si evidenzia una mancanza di ascolto e di rispetto non solo verso i bambini, che peraltro devono essere educati in questa direzione, ma anche verso i coetanei e la generazione più anziana. Il senso di abbandono a se stessi non sempre riesce ad essere elaborato e a volte può portare ad intraprendere gesti ed azioni deleteri.
Da questa breve analisi emerge la certezza che non esiste una ricetta, o un vademecum, per avere una comunicazione efficace in famiglia. Si intende certamente rimarcare come, la sua efficacia nel contesto familiare, svolga un ruolo determinante per l’equilibrio psicofisico dei soggetti, di qualsiasi età e di entrambi i generi. Proprio per il valore che questa azione possiede nella vita dell’individuo sarebbe opportuno che ciascuno di noi riprendesse in mano le modalità di comunicazione che si attuano tra le proprie mura domestiche, si cercassero maggiori occasioni di condivisione anche a scapito di attività “riempitive” scelte per difendersi dallo stress quotidiano. Merita certamente fermarsi per una riflessione sull’individualismo verso cui, come società, ci siamo spinti a discapito di una tutela maggiore di quella che da molti studiosi è definita la cellula dell’umanità.
Cookie | Durata | Descrizione |
---|---|---|
cookielawinfo-checkbox-analytics | 11 months | Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Analitici". |
cookielawinfo-checkbox-functional | 11 months | Il cookie è impostato dal GDPR cookie consenso per registrare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Funzionali". |
cookielawinfo-checkbox-necessary | 11 months | Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. I cookie vengono utilizzati per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Essenziale". |
cookielawinfo-checkbox-others | 11 months | Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Altri" |
cookielawinfo-checkbox-performance | 11 months | Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Prestazionali". |
viewed_cookie_policy | 11 months | Il cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent e viene utilizzato per memorizzare se l'utente ha acconsentito o meno all'uso dei cookie. Non memorizza alcun dato personale. |
Cookie | Durata | Descrizione |
---|---|---|
_gid | 1 day | Installato da Google Analytics, il cookie _gid memorizza informazioni su come i visitatori utilizzano un sito Web, creando anche un rapporto analitico delle prestazioni del sito Web. Alcuni dei dati che vengono raccolti includono il numero dei visitatori, la loro origine e le pagine che visitano in modo anonimo. |
_gid | 1 day | Il cookie _ga, installato da Google Analytics, calcola i dati di visitatori, sessioni e campagne e tiene anche traccia dell'utilizzo del sito per il rapporto di analisi del sito. Il cookie memorizza le informazioni in modo anonimo e assegna un numero generato casualmente per riconoscere i visitatori unici. |