Da tempo immemore, Nidhogg il drago-serpente rosicchia le radici di Yggdrasill, l’albero del mondo, mentre Heidhrun la capra e Eikthyrnir il cervo brucano le foglie dei rami di questa colossale pianta, che è dimora anche di altri animali tra cui Ratatoskr, lo scoiattolo messaggero, una gigantesca aquila, un corvo, e altri… Questo albero cosmico sostiene poi ben nove mondi, come Midgard, il mondo degli uomini.
Seppure attraverso racconti di bestie fantastiche ed elementi simbolici, i popoli del nord Europa riescono a raccontarci quanto un albero possa assolvere al ruolo di habitat per un numero vastissimo di creature, e di quanto ognuna di loro prediliga colonizzare specifiche parti della pianta e sappia instaurare rapporti con altri organismi.
E’ necessario partire dal presupposto che la definizione di albero vivo o morto viene data alla pianta in base alla sua capacità di portare a termine i propri processi fisiologici, ma il quantitativo di cellule effettivamente vive è minore in un albero vivo (circa il 10%) rispetto a quelle presenti in un albero morto (30-40%). Questo perché moltissimi elementi delle cormofite (piante superiori, dal corpo diviso in radici, fusto e foglie) sono costituiti da cellule morte spesso lignificate, persino vuote all’interno nel caso dei vasi che attraversano il legno (xilema) per trasportare dalle radici ioni e acqua. Quando invece l’albero viene colonizzato da organismi esterni come funghi e altri organismi decompositori, esso diventa parte integrante di un sistema più complesso e “vivace”. Non parliamo però solo di funghi e microscopiche creature: una fessura nel tronco di un albero può ospitare comodamente un gufo, i rami possono fungere da supporto per il nido di altri volatili, tra le radici possono scavare tane ricci e conigli selvatici, e via discorrendo.
I rapporti più stretti del mondo animale con le piante sono quelli di alcuni invertebrati. Conosciamo delle specie di lepidotteri e di ditteri che durante il loro stadio larvale abitano comodamente l’interno delle foglie, scavando gallerie e nutrendosi di esse, li definiamo minatori fogliari. Gallerie scavano anche i coleotteri scolitidi, tipici ospiti dell’olmo, spesso recanti sulle proprie setole spore di un fungo (Ophiostoma ulmi) che necessita di insediarsi nei tessuti della suddetta pianta per sostenere il proprio ciclo vitale. In ultimo ricordiamo che un albero può fungere da substrato per lo sviluppo di altri vegetali, come il vischio, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente, mentre tronchi caduti al suolo o ceppaie possono fungere da piattaforma sopraelevata, favorevole allo sviluppo di nuove piantine (rinnovazione su nurse log) poiché evitano che queste debbano competere con le specie erbacee, offrendo un’altra serie di vantaggi.
La necessità di una gestione a scopo altamente produttivo delle foreste è aumentata di pari passo con l’evoluzione della società umana, e questo ha portato ad un “ringiovanimento” dei popolamenti forestali (gli alberi vengono considerati maturi e abbattuti prima che raggiungano l’effettiva maturità fisiologica) e ad una omologazione e semplificazione delle foreste, per agevolare i movimenti dei macchinari e degli operatori in bosco. La dinamica forestale è però spesso più complessa di quanto si possa credere (esempi come quelli sopraelencati la rappresentano solo in parte), e per molti aspetti è necessario che sia presente in bosco una situazione eterogenea perché vengano perseguite il più possibile varie finalità.
A sostegno della biodiversità, molte realtà (tra cui la stessa comunità europea) hanno iniziato a promuovere comportamenti virtuosi e il rilascio anche nei boschi gestiti dall’uomo, di alberi morti o a invecchiamento indefinito, attraverso l’emanazione di norme e leggi e proponendo metodi più o meno articolati per la scelta e la valutazione degli alberi habitat.
È possibile per chiunque contribuire a creare rifugi idonei ad animali che vedono costantemente le loro realtà ridotte e minacciate esponendo bug hotels, ricoveri artificiali per insetti impollinatori come api solitarie, ditteri sirfidi e farfalle, oppure applicando sul tetto di casa propria delle cassette nido per volatili, soprattutto rondoni comuni.
Il parco naturale La Mandria (Venaria Reale, comune di Torino) ha allestito un microhabitat per organismi saproxilici (quelle specie legate al legno senescente o morto per almeno una parte del proprio ciclo vitale) che prende il nome di Rotta Baboia.
Fonti:
vogelwarte.ch – Nidi artificiali per rondoni comuni
Conoscere, proteggere e promuovere gli alberi habitat (waldwissen.net)
Bug hotel: una casa per gli Insetti – Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (dolomitipark.it)
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